Catalogo delle monete di Ravenna
Arcivescovado di Ravenna
Il reperto più antico attestante la presenza cristiana nel ravennate è un'iscrizione su una stele funeraria rinvenuta a Classe e risalente alla fine del II secolo. Probabilmente i primi cristiani nel ravennate furono soldati di marina reclutati nei paesi di prima cristianizzazione, cioè in Medio Oriente. Il primo vescovo la cui esistenza è accertata con certezza è Severo, che partecipò al Concilio di Sardica nel 343.
A Classe ebbe sede la diocesi dalla fondazione fino all'elezione di Ravenna a capitale dell'Impero Romano (402). In previsione del trasferimento della corte imperiale, iniziò la costruzione di una nuova cattedrale. Costruita nel centro cittadino, fu consacrata il 3 aprile 407 e dedicata alla Resurrezione di Gesù.
Papa Celestino I (422-432) elevò il trono di Ravenna a metropoli. Il primo metropolita fu San Pietro Crisologo (433-450). Alla fine del V secolo la metropoli di Ravenna estendeva la propria giurisdizione a tutti i vescovi dell'Emilia occidentale. Ravenna era uno dei tre centri metropolitani dell'Italia settentrionale, insieme a Milano e Aquileia. Il Vescovo di Ravenna riceveva la consacrazione direttamente dal Vescovo di Roma, ma i papi rispettarono la tradizionale autonomia di Ravenna: fu lo stesso clero ravennate a scegliere il nuovo arcivescovo.
Nel 540 l'arcidiocesi di Ravenna fu liberata dagli Ostrogoti. Considerata dagli imperatori una roccaforte della fede ortodossa, situata al confine con territori dove era ancora diffuso l'arianesimo, nel 546 Ravenna fu elevata al rango di sede arcivescovile. Nel 554 Giustiniano nominò Ravenna capitale dei possedimenti bizantini in Italia.
La crescente importanza di Ravenna suscitò qualche preoccupazione a Roma. Nel 569/70 papa Benedetto I ruppe per la prima volta l'antica consuetudine secondo la quale il clero ravennate sceglieva l'arcivescovo nominando il prelato romano Giovanni.
Nell'Esarcato d'Italia (584 circa), Ravenna era la capitale. L'amministrazione era guidata da un esarca, nominato direttamente dall'imperatore. Costantinopoli conferì all'arcivescovo anche importanti poteri civili, come il controllo delle finanze cittadine, dei pesi e delle misure, l'annona, e la piena giurisdizione civile e penale sul clero. Aumentò anche il peso economico: la Chiesa ravennate possedeva terreni e fabbricati in tutte le diocesi della provincia, oltre che nella Pentapoli, nell'Umbria, nell'Istria e perfino in Sicilia.
Nel 666 l'imperatore bizantino Costante II concesse l'autocefalia alla Chiesa ravennate.
Papa Vitaliano e l'arcivescovo di Ravenna si scambiarono reciproci anatemi e si verificò un vero e proprio scisma (671). L'arcivescovo Mauro, sostenuto da Costante II, aderì all'eresia monotelita. Il suo successore Reparato (671-677) non si recò a Roma per la sua consacrazione.
L'autocefalia fu abolita nel 680-682 dall'imperatore Costantino IV, che aveva ragioni di riavvicinamento alla Chiesa romana: sentiva un debito di gratitudine verso papa Dono, che lo aiutò a riconquistare il trono legittimo. Nonostante ciò Ravenna e Costantinopoli continuarono a mantenere stretti rapporti.
Nel 751 l'Esarcato bizantino crollò in seguito alla conquista longobarda. Gli arcivescovi di Ravenna cercarono di creare un proprio dominio secolare, simile a quello dei papi. La base per l'esercizio del potere secolare erano le proprietà fondiarie, proprio come i papi.
Nel testamento di Carlo Magno (814), Ravenna appare come la seconda sede capitale dell'Impero Carolingio dopo Roma. Nell'878 la sede di Ravenna era tra le principali sedi episcopali del regno d'Italia, insieme al patriarca di Aquileia, all'arcivescovo di Milano e al vescovo di Pavia. Durante i secoli IX-X la città di Ravenna era considerata la “capitale morale” dell'Impero Carolingio.
Il 25 dicembre 983 l'erede al trono tedesco, Ottone III, ancora infante, fu consacrato arcivescovo di Ravenna ad Aquisgrana, a conferma dello speciale legame che univa Ravenna alla dinastia ottoniana. Nel 997 il primo vescovo straniero a Ravenna fu il francese Herberto di Aurillac, già mentore di Ottone III e abate del monastero di Bobbio. Il papa conferì al prelato giurisdizione civile sulla città e su tutta la fascia costiera dalla foce del Po di Primaro a Cervia.
L'imperatore del Sacro Romano Impero nel 1080 oppose papa Gregorio VII all'arcivescovo di Ravenna, Guiberto, che divenne antipapa con il nome di Clemente III (1080-1100). Ravenna faceva parte del piano speciale dell'imperatore, essendo la pietra angolare del dominio tedesco nell'Italia settentrionale. Il 22 ottobre 1106 papa Pasquale II, presiedendo il Concilio di Guastalla, privò Ravenna della giurisdizione ecclesiastica su tutte le diocesi dell'Emilia: Bologna, Modena, Reggio, Parma e Piacenza. Le pressioni della Santa Sede sortirono effetto: appena dieci anni dopo, l'arcivescovo Gualtiero ripristinò a Ravenna l'obbedienza romana e papa Gelasio II restituì cinque diocesi alla sede metropolitana di Ravenna (7 agosto 1118). Gualtiero fu l'ultimo arcivescovo di Ravenna a firmare documenti ufficiali con la dicitura “schiavo dei Servi”. Dio, per grazia di Dio, Arcivescovo della Chiesa di Ravenna."
Nel 1157 gli arcivescovi di Ravenna cessarono di darsi il titolo di esarca della città. Nel XII secolo, la nascita delle istituzioni comunali fece sì che nel corso del secolo successivo tutte le città romagnole si liberassero dalla subordinazione all'arcivescovo, divenendo liberi Comuni.
Nel 1278, quando la Romagna passò finalmente sotto il dominio pontificio, fu creata la provincia di Romandiolæ et Exarchatus Ravennæ. La capitale era Bologna, e Ravenna divenne sede della seconda carica del presidente provinciale. Il legato e rettore pontificio assunse i poteri e i diritti fino ad allora posseduti dall'arcivescovo di Ravenna.
Benedetto Accolti nel XVI secolo fu l'ultimo arcivescovo ad avere un rapporto difficile con i papi, tanto che papa Clemente VII lo fece imprigionare per aver governato la Marca d'Ancona. Il declino dell'arcidiocesi di Ravenna fu accelerato dall'affermarsi dell'episcopato bolognese. Alcune diocesi ravennati passarono sotto la giurisdizione della sede di Bologna.
Denar
Anonymous coinage
denaro senza data (13-14 secolo)
argento
DE RAVENA
ARCIEPISCO / PVS
Valore della moneta - $20-30